DUE CASI DI ARNICA MONTANA
Charalampos Katsoulas
Medico
Chirurgo – Omeopata, Roma
charalamposkatsoulas@gmail.com
ARNICA NEL BAMBINO
Bambino di 23 mesi di età, in cura Omeopatica dal 23-05-2013.
Viene seguito per otite cronica bilaterale con perforazione della membrana
timpanica. Il Paziente ha assunto Kalium Muriaticum, Lac Caninum e Tubercolinum
di Koch con miglioramento notevole della sintomatologia.Il giorno Venerdi 06-12-2013
viene prescritto Tubercolinum di Koch 200K, per la ricomparsa della secrezione
dall’orecchio sinistro e temperatura corporea alta. Rimedio che in precedente
occasione aveva risolto la stessa sintomatologia.
IL QUADRO CLINICO
Il giorno 08-12-2013, in consultazione medica telefonica, la
madre del bambino riferisce che subito dopo la somministrazione del rimedio, lo
scolo dall’orecchio associato allo stato febbrile, erano nettamente migliorati
con ripresa di un buono stato generale fino alla sera precedente, quando la
temperatura è risalita oltre 39°C ed è comparsa tosse molto intensa. Si è
verificato anche un episodio di soffocamento durante un accesso di tosse,
secondo le parole della madre, che ha definito la tosse “terribile” e molto
persistente, sia di notte che di giorno. Lamenta mal di gola. Vuole stare
sempre in braccio della madre, che sta alla trentacinquesima settimana di
gravidanza. Il bambino ha molta sonnolenza. Quando si sveglia è irritabile e
piange.Mentre la madre raccontava la sintomatologia, il bambino, che stava
dormendo tra le sue braccia, si è svegliato, ha tossito, si è lamentato, e si è
riaddormentato subito dopo. Emette un cattivo odore dalla bocca. L’orecchio
sinistro ha ricominciato, visibilmente, a secernere uno scolo denso, biancastro
ma senza cacosmia, come è accaduto in episodi precedenti.
Viene fatta la seguente repertorizazzione con l’utilizzo del
Essenthial Synthesis 9.2:
Somma dei sintomi (+gradi) - Somma dei sintomi (+gradi) - Intensità considerata
1
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1234
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2
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MENTE - PORTATO in braccio - desiderio di essere portato
in braccio
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51
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2
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2
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ORECCHIO - SCOLI
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130
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3
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1
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ORECCHIO - SCOLI - sinistra
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15
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4
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1
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ORECCHIO - SCOLI - bianchi
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7
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5
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3
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SONNO - SONNOLENZA - calore, febbre - durante
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67
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6
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2
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BOCCA - ODORE - nauseabondo
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198
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7
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2
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MENTE - PIANTO - svegliandosi
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39
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8
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1
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TOSSE - SOFFOCANTE
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111
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9
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1
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TOSSE - FEBBRE - durante - aggr.
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90
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10
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1
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BOCCA - ODORE - nauseabondo - febbre; durante
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1
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puls.
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sulph.
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lyc.
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bell.
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phos.
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borx.
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cham.
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ars.
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lach.
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arn.
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14/25
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14/24
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13/24
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13/18
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12/19
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12/15
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11/27
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11/25
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11/24
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11/23
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2
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PRIMA PRESCRIZIONE
La Diagnosi Differenziale si fa tra Baptisia tinctoria, Opium
crudum e Arnica montana. La scelta cade su Arnica Montana 30CH, 3 granuli ogni
3 ore.Il giorno 09-12-2013 la madre riferisce che il bambino è
sorprendentemente migliorato a livello generale, ed in particolare la tosse; la
secrezione dall’orecchio sinistro è diminuita e la temperatura corporea è quasi
normale.Il Mercoledi 11-12-2013 viene prescritta Arnica montana 200K per esiti
di tosse sporadica. Lo scolo non c’è più. Le condizioni generali (appetito,
stato d’animo, sonno, forze fisiche, temperatura corporea) del bambino sono
buone. Il Venerdi 13-12-2013 il padre del bambino in consultazione medica
telefonica si mostra preoccupato perché c’è ancora secrezione dall’orecchio
destro e la tosse non è scomparsa del tutto. Però le condizioni generali del
bambino continuano ad essere buone malgrado la lieve sintomatologia a livello
fisico ancora presente. Viene consigliato di assumere Arnica montana 35K, 3
granuli ogni 3-4 ore circa e risentirsi dopo 24 ore. La mattina seguente viene
accertato il buono stato di salute del bambino e confermato il processo
evolutivo verso la guarigione. Lo scolo dall’orecchio è lieve. Il padre si è
tranquillizzato e sembra essere deciso a non intervenire con l’antibioticoterapia,
come consigliato dal pediatra dopo aver visitato il bambino la mattina
precedente.
SECONDA PRESCRIZIONE
Il giorno 23-12-2013 il bambino manifesta di nuovo febbre
alta, tosse abbaiante, secrezione dall’orecchio, richiesta continua della
presenza della madre e di essere portato in braccio, (elementi emersi da una
consulenza telefonica). La sintomatologia è simile a quella di 15 giorni prima
e viene prescritto lo stesso rimedio, anche perché la situazione è molto
complessa per fare una scelta terapeutica diversa da Arnica 30CH. Dopo 20
giorni i genitori comunicano telefonicamente le buone condizioni generali del
bambino. La madre riferisce che già il giorno dopo Arnica 30CH, cioè il
24-12-2013, la febbre era assente e la tosse diminuita. Lo scolo dal orecchio è
scomparso completamente il giorno 29-12-2013. Il bambino ha un risveglio ogni
notte per cercare la madre, che tra l’altro fra 10 giorni avrebbe partorito. A
livello fisico c’è solo la presenza di muco bronchiale che viene espettorato.
Viene evitata una nuova prescrizione come richiesta dai genitori e consigliata
una visita medica omeopatica per valutare attentamente lo stato di salute del
paziente. Il giorno 07-03-2014 viene prescritta Arnica Montana 200K come cura
costituzionale. In seguito sono stati prescritti i rimedi Ipeca, Hepar Sulphur
e Carbo Vegetabilis per diversi episodi di Bronchite. Non si è manifestata più
l’otite secretiva.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Il paziente ha superato una riacutizzazione della sua
malattia cronica senza dover ricorrere all’uso della terapia della medicina
classica. La scelta della prescrizione è stata basata sui sintomi più caratteristici
del paziente. Il rimedio ha dato un rapido miglioramento a livello generale e
di conseguenza anche a livello fisico. Il paziente è stato visitato dal suo
pediatra di fiducia nel periodo delle consulenze mediche omeopatiche
telefoniche.
Opium, Baptisia ed Arnica non compaiono tra i primi rimedi
nella repertorizazzione. Però vengono considerati nella diagnosi differenziale
perché corrispondono ai sintomi caratteristici, prevalenti e straordinari del
paziente. Questi sintomi sono:
·
la sonnolenza eccessiva
·
l’alitosi
·
il desiderio del bambino di stare sempre attaccato
alla madre
·
associati alla tosse intensa e allo scolo
dall’orecchio.
Arnica e Baptisia non includono i sintomi repertorizzati
riguardo l’orecchio. Opium è l’unico di questi tre rimedi che include lo scolo
dall’orecchio. L’Arnica, ed in particolar modo la Baptisia, presentano come
key-note l’odore molto cattivo dalla bocca. Arnica, cosi come Chamomilla,
appartengono alla famiglia delle Compositae. L’irritabilità e il desiderio del
bambino di essere tenuto in braccio, sono sintomi tipici del rimedio Chamomilla
vulgaris, che possono essere riprodotti anche da Arnica. L’attendibilità dei
sintomi forniti dalla madre del paziente ha permesso di scegliere il rimedio
più simile al quadro sintomatologico del bambino. È servito intervenire più volte
scegliendo l’utilizzo dello stesso rimedio, che si è dimostrato determinante. La
potenza 30CH sembrerebbe di essere la potenza più precisa ed efficace. Arnica è
un rimedio con specificità a livello toracico.
CONCLUSIONI:
La risoluzione di un caso acuto può essere utile per la cura
di una malattia cronica.
Bisogna essere sempre prudenti nell’attendere l’evoluzione
della malattia usando come criterio le condizioni generali del paziente. Se il
rimedio ha una corrispondenza con il paziente, agirà a livello profondo
restituendo l’equilibrio nell’organismo.
Se vengono considerati nella repertorizazzione più di 5
sintomi, aumenta la probabilità di fare una scelta prescrittiva errata.
È necessario, ed in
particolare per la risoluzione di casi acuti, conoscere bene i sintomi che
caratterizzano ogni rimedio, cioè i sintomi key-note, associandoli con
l’essenza del rimedio.
ARNICA NELL’ANZIANO
Donna di 102 anni viene visitata a domicilio. Non è in cura
omeopatica.
La sintomatologia presente è riduzione marcata dell’appetito,
avversione a bere e ad alimentarsi, perdita della memoria (non riconosce i
familiari), e sonnolenza intensa.
Due settimane prima della visita (il giorno 07-01-2014), la
signora è stata ricoverata in emergenza in stato confusionale, con presenza di
cefalea intensa associata a vertigini. Veniva eseguita una TC senza m.d.c. ,
che riferiva: zona ipodensa temporo-occipitale
sinistra, compatibile con patologia ischemica in fase acuta. I familiari
decidono di firmare il foglio di dimissione per proseguire la cura a domicilio.
Dieci giorni dopo segue un secondo episodio con sintomatologia simile ma di
minore intensità e durata rispetto al primo. I familiari decidono di non
portarla in ospedale.
La paziente non vuole stare a letto e siede tutto il giorno
su una poltrona.
Non è autonoma nella deambulazione.
Riferisce di sentirsi
molto stanca e si nota che dopo aver risposto alle domande fatte, chiude gli
occhi e sembra addormentarsi.
Interagisce quando viene stimolata mostrando anche una certa
disponibilità di comunicare. Inoltre, presenta un edema della parte sinistra
del labbro superiore e una lieve emorragia alla regione della tibia sinistra,
senza apparente motivo. Non riconosce i suoi familiari ma finge di ricordarli. La
paziente precedentemente, (a fine novembre 2013), ha subito una caduta dal
letto, rimanendo distesa sul pavimento per tutta la notte ma senza subire
nessuna lesione apparente. Due settimane
più tardi, il 13-12-2013, veniva riscontrata la presenza di dispnea intensa con
presenza di versamento pleurico bilateralmente alle basi polmonari, come
mostrava una Rx del Torace, curata dal suo medico di famiglia principalmente
con furosemide.
Dopo la caduta si è resa necessaria un’assistenza
continuativa da parte delle due figlie. Fino a quell’momento la Paziente era
autonoma ed in buone condizioni generali;
Soffre di ipertensione arteriosa. In passato ha avuto malaria
e tifo. Fino all’ultimo episodio dell’ischemia cerebrale del 03-01-2014, veniva
descritta come una persona orgogliosa, che non ascoltava i consigli dei
familiari e che voleva prendere le decisioni da sola. Era particolarmente
attenta al suo aspetto personale, tanto che tutti i giorni indossava il vestito
che le piace di più, anche se stava sempre a casa, indossava le scarpe con i
tacchi, portava la spilla e gli orecchini che non abbandona mai e una volta alla
settimana pretendeva dalla nipote parrucchiera di farle i capelli e metterle
anche lo smalto alle unghie. Suo marito era morto da due anni e mezzo, ma
apparentemente non si era demoralizzata, né sembrava soffre. Anzi parlava degli
uomini con una certa ironia e con note di disprezzo. Dopo l’episodio ischemico
acuto cerebrale ha iniziato a mostrare un carattere diverso. E’ diventata
affettuosa, vuole tenere per mano le persone che la accudiscono e mostra in
generale un atteggiamento dolce e bisognoso.
Terapia in atto: Eparina a basso
P.M., Digitale, Farmaco Antiipertensivo
Considerata la recente emorragia
spontanea nella regione tibiale e il gonfiore del labbro superiore, viene
consigliato di sospendere le iniezioni di eparina. Il suo medico curante
sospende il farmaco il giorno seguente in occasione della visita medica
domiciliare che ha effettuato.
Terapia Omeopatica - Le medicine
che vengono prese in considerazione in modo quasi automatico e senza l’utilizzo
del repertorio sono l’Arnica montana, la Baptisia tinctoria e l’Opium crudum. Tutte
e tre presentano una sonnolenza marcata. Baptisia quando viene interrogata
risponde ma si riaddormenta prima di finire di dire la frase. Arnica quando
viene interrogata risponde alla domanda con una relativa lucidità completando
la frase e poi si riaddormenta. Opium è una medicina con intenso rossore in
viso e la presenza di stitichezza, sintomi che la paziente non manifesta. Considerando,
anche, che il fattore scatenante per il declino dello stato di salute della
paziente è stato la caduta dal letto, e che sono presenti delle emorragie
cutanee a causa probabilmente dell’eparina, non ci sono molti dubbi per la
scelta prescrittiva. Arnica montana
30CH, preparare una soluzione con 4-5 granuli e prenderla a sorsi ogni 4 ore
circa. Dopo 24 ore ripetere la soluzione. Cinque giorni di terapia e poi
comunicazione telefonica.
Il giorno dopo l’inizio della cura
le figlie della paziente riferiscono che la loro madre ha ripreso a mangiare, a
bere regolarmente e che la sonnolenza non è più presente ma la caratteristica che
colpisce di più è che ha abbandonando l’atteggiamento affettuoso e bisognoso,
ritrovando il suo atteggiamento fiero. Ho avuto la notizia della morte della
signora quattro mesi più tardi in seguito ad un episodio ischemico cerebrale
acuto. Qualche settimana prima c’è stato un altro ricovero per intensa dispnea,
precordialgia e le è stata somministrata la terapia allopatica indicata.
Risultati e Discussione - La
paziente che ha goduto di un ottima salute fino ad età avanzata ha avuto uno
scompenso del suo stato di salute in seguito alla caduta traumatica. È stata
trattata per tutte le condizioni patologiche che sono emerse dopo la caduta,
esclusivamente con medicine allopatiche, che hanno migliorato i sintomi fisici,
ma senza ristabilire il principio vitale della paziente. L’anziana paziente ha
beneficiato dalla somministrazione della medicina omeopatica, che è stata
assunta solo per qualche giorno. Chiaramente il caso viene mostrato come un
esempio tipico dell’uso del rimedio Arnica Montana e non per mettere a
confronto i due sistemi terapeutici; si evidenzia però la potenzialità curativa
e la profondità di azione della medicina omeopatica, anche in stati patologici
gravi come l’ictus.
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